Capitolo 2: I primi anni
Studio da sempre e ho sempre continuato a farlo. Prima per conseguire la laurea all’università, poi per continuare a migliorare le mie competenze di consulente dei processi aziendali.
Da quando sono entrato nel mondo del lavoro, infatti, non ho mai smesso di leggere, studiare, approfondire, per crescere professionalmente ogni giorno.
In aula mi hanno spiegato che cosa fossero i processi aziendali e come sarebbe stato opportuno gestirli. Ho studiato organizzazione aziendale, controllo di gestione, pianificazione strategica, gestione della produzione, marketing.
Ho sostenuto trenta esami per laurearmi. È stata una vera fatica! Ricordo che il giorno della laurea il Magnifico Rettore ci disse che, per completare il nostro percorso di studi, avremmo dovuto sostenere anche esami di sociologia e psicologia sul lavoro. Ero così felice quel giorno che non diedi la giusta importanza alle sue parole.
Eppure, quelle parole si rivelarono poi molto preziose. Presto vi dirò il perché.
L’inizio della mia carriera da consulente per i processi aziendali
Poco tempo dopo la laurea, ho iniziato a lavorare e ad occuparmi del miglioramento dei processi aziendali. Finalmente potevo applicare tutti gli insegnamenti che avevo studiato sui libri.
Mi sono presto reso conto, però, che quanto avevo imparato nel mio percorso di studi non era sufficiente. Per diventare un vero ed esperto consulente dei processi aziendali, un Emprover, avrei dovuto accrescere le competenze già acquisite.
Non conoscevo, ad esempio, il modello Lean e l’approccio 6 Sigma, riconosciute nel mondo quali best practices per migliorare l’efficienza e l’efficacia dei processi aziendali.
Ho quindi deciso di mettermi di nuovo in gioco. Sono tornato a studiare, ho approfondito queste nozioni e, soprattutto, piano piano ho iniziato ad applicarle in azienda.
Lo studio delle best practices
Prendere familiarità con il modello Lean, e in particolare con il concetto dei 7 sprechi e dei 3 principi operativi, è stato più complesso del previsto.
Mi ci è voluto del tempo per comprendere quanti miglioramenti si potessero raggiungere osservando attentamente i processi aziendali, quanto fosse necessario non dare niente per scontato e mettersi nei panni del cliente chiedendosi, dal suo punto di vista, cosa fosse di valore e cosa uno spreco.
Takt time, one-piece-flow e pull system sono diventate così le nuove linee guida del mio lavoro, le basi per disegnare tutti i processi futuri.
Questi sono principi importanti e la Lean production è un modello fondamentale per ottenere miglioramenti significativi in tempi ragionevoli.
Con l’approccio 6 Sigma e la metodologia DMAIC (Define, Measure, Analyze, Improve, Control) si interviene ogni volta sia necessario raccogliere molti più dati ed informazioni e occorra ridurre drasticamente le variabilità dei processi
Le difficoltà di gestione di progetti complessi
Con il passare degli anni poi, i progetti sono diventati sempre più grandi e complessi e si sono rese sempre più necessarie anche competenze di project management.
Prima di applicare i diversi cambiamenti, infatti, è necessario definire una strategia.
Con il Policy Deployment i piani di sviluppo e di miglioramento vengono calati dall’alto gerarchicamente ed investono tutta la struttura aziendale, fino agli operatori in produzione e agli addetti dei vari uffici. Vengono create vere e proprie task force di risorse qualificate per supportare al meglio i progetti.
L’impatto sulla struttura organizzativa è forte e, perciò, è facile incontrare importanti resistenze al cambiamento: è fondamentale quindi pensare anche a come gestirle.
Spesso si fa affidamento al committment aziendale e, quando le cose non funzionano, si dice che non c’è stato sufficiente committment da parte della Direzione. Si intensificano quindi i controlli e gli steering committee, aumenta e diventa più puntuale la reportistica di progetto.
Alla fine i progetti, tra alti e bassi, vengono sempre portati a termine: una volta ottenuti i risultati, anche se non sono esattamente quelli sperati, il lavoro termina. Si volta pagina e si aprono nuove iniziative di miglioramento.
Ma cosa manca per ottenere davvero i risultati desiderati?
Vi aspettiamo nel prossimo capitolo di Storia di un Emprover per scoprirlo.
Alberto Viola
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