Competenze soft dei collaboratori: cosa sono e come svilupparle al meglio
In questo blog, i temi del benessere aziendale e della valorizzazione del fattore umano occupano un ruolo di primissimo piano. Nelle scorse settimane abbiamo affrontato numerosi argomenti dedicati a questa fondamentale, ma spesso sottovalutata sfera dell’organizzazione aziendale, parlando di burnout e di come affrontarlo, di come selezionare gli obiettivi da affidare ai collaboratori, di come motivarli. Ci siamo inoltre concentrati sull’importanza del coinvolgimento dei dipendenti nei processi decisionali dell’azienda e sul concetto di servant leadership come stile di guida basato sulla capacità di comprendere e di sostenere i collaboratori.
In questo nuovo contributo vogliamo affrontare una questione centrale nella gestione delle risorse umane, quello delle competenze soft. Vedremo, in particolare, che cosa sono e come è possibile svilupparle al meglio, fornendo consigli pratici per la valorizzazione delle potenzialità dell’individuo.
Competenze soft: cosa sono
Necessariamente, occorre prima di tutto chiarire il concetto, spiegando cosa si intende per competenze soft. Le competenze soft, note anche come competenze trasversali o soft skills, sono un insieme di abilità interpersonali e comportamentali che influenzano il modo in cui interagiamo con gli altri, affrontiamo le sfide e completiamo le attività. Sono considerate “soft” perché si contrappongono alle competenze hard, che sono le conoscenze e le abilità tecniche specifiche per un determinato lavoro o settore. In particolare, qui ci concentreremo sulla relazione tra leadership e competenze soft, che possiamo intendere come tutte quelle competenze utili e necessarie per esercitare una leadership efficace all’interno del proprio ruolo.
Competenze soft e leadership
Essere un leader, a qualunque livello della scala organizzativa aziendale, significa possedere competenze soft che non sono parte del patrimonio naturale dell’individuo, ma devono essere acquisite ed esercitate attraverso la formazione e l’acquisizione del giusto mindset: il compito di formare e di preparare le figure chiave del sistema aziendale a ruoli di leadership spetta al management, che deve essere in grado di strutturare un assessment di tali competenze. È così che l’azienda può strutturarsi per mezzo di professionisti capaci di svolgere il ruolo di middle manager; a questi ultimi sono richieste specifiche competenze soft, ovvero:
Capacità di comunicare efficacemente: Un buon capo non si limita a trasmettere informazioni, ma cura ogni aspetto della comunicazione, consapevole che si tratta di un processo complesso che coinvolge sia il contenuto del messaggio che la relazione con i suoi collaboratori.
Il leader comprende che la comunicazione non è solo verbale, ma anche non verbale: la postura, il tono della voce e il linguaggio del corpo sono elementi essenziali per trasmettere il proprio messaggio in modo chiaro e completo.
Inoltre, è consapevole che ogni comportamento comunica, anche quando non si usano le parole. Per questo motivo, un leader efficace si assume la responsabilità dei propri comportamenti, utilizzando la comunicazione in modo consapevole e strategico.
Competenze di team building e di team working: un gruppo non si crea naturalmente, ma deve essere costruito attraverso un processo evolutivo che richiede cura e impegno quotidiani. Compito del capo è di porsi al servizio del gruppo, non al di sopra, favorendo le relazioni positive e valorizzando il contributo di tutti i membri del team.
Competenze di project management: Un vero leader non si limita ad amministrare lo status quo del proprio reparto, ma assume il ruolo di pioniere del miglioramento continuo. La sua visione va oltre la gestione quotidiana e si concentra sulla dimensione progettuale, ovvero la capacità di ideare, pianificare e realizzare progetti innovativi che permettano al team di raggiungere nuovi traguardi.
Gestire progetti con i propri collaboratori è parte integrante del suo lavoro quotidiano. Egli non è solo un supervisore, ma un facilitatore e un motivatore, che guida il team nella ricerca di soluzioni creative e nella messa in atto di cambiamenti positivi.
Competenze di change management: Gestire il cambiamento con successo richiede non solo un atteggiamento mentale positivo, ma anche competenze tecniche specifiche e la capacità di mettere in pratica strategie di miglioramento concrete. In questo contesto, un leader efficace si distingue per l’adozione dei principi della Servant Leadership e della Positive Leadership.
La Servant Leadership pone il focus sui bisogni e sul potenziale dei collaboratori. Un leader di questo tipo si pone al servizio del team, creando un ambiente di lavoro positivo e collaborativo in cui ogni individuo si sente valorizzato e supportato nel raggiungimento dei propri obiettivi.
La Positive Leadership, invece, si concentra sul rafforzare i comportamenti positivi e sul celebrare i successi. Un leader che abbraccia questo approccio incoraggia la proattività, la creatività e la collaborazione tra i membri del team, creando un clima di fiducia e di entusiasmo.
Valorizzare le potenzialità delle persone
Lo sviluppo delle competenze è solo il punto d’approdo di un percorso più ampio e strutturato, che parte da uno step fondamentale: quello del riconoscimento delle potenzialità dell’individuo. Ogni persona, infatti, ha delle proprie predisposizioni, attitudini a svolgere alcuni tipi di task meglio di altri. L’abilità di individuare le potenzialità di ogni collaboratore è qualcosa di complesso, ma come tutte le abilità può essere allenata e migliorata attraverso l’esercizio, che deve essere costante, quotidiano. Gli effetti positivi di questo esercizio possono essere straordinariamente significativi e avere un impatto incalcolabile all’interno del sistema produttivo: le potenzialità, infatti, possono diventare poteri, i poteri competenze e le competenze talenti:
- Potenzialità: sono le risorse interne, ancora allo stato embrionale, che aspettano di essere nutrite e valorizzate per sbocciare in qualcosa di straordinario.
- Poteri: sono le potenzialità allenate e messe in atto; le capacità di influenzare e di cambiare il mondo che circonda l’individuo, il risultato di un percorso di crescita e di sviluppo personale.
- Competenze: l’unione tra potere personale e sapere tecnico. Sono le abilità concrete che permettono di trasformare le idee in progetti reali e di raggiungere gli obiettivi con successo.
- Talenti: sono quelle abilità innate che permettono di ottenere risultati eccezionali, riconosciuti da chiunque, anche da chi non è un esperto del settore.
Scoprire le potenzialità nascoste dei propri collaboratori è senza dubbio la sfida più ardua per il management, ma è anche quella che genera i frutti più preziosi. Riconoscere e valorizzare le doti individuali, abbinandole alle conoscenze tecniche adeguate, permette di massimizzare il contributo di ogni membro del team e di raggiungere risultati straordinari.
Le competenze soft svolgono un ruolo fondamentale in questo processo: riconoscerle e valorizzarle significa dare voce ai talenti, creando un ambiente di lavoro inclusivo e stimolante dove ognuno si sente apprezzato e motivato a dare il meglio di sé.
Il potenziale di un individuo può manifestarsi sia nel suo ruolo individuale che all’interno di gruppi di lavoro. Il compito del management è quello di creare le condizioni ideali affinché questo avvenga, favorendo la collaborazione, la condivisione delle idee e la crescita personale.
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