Heijunka (produzione livellata), perché ottimizza i processi industriali: funzionamento e benefici
In altre guide, abbiamo parlato in modo approfondito di Lean Production, l’approccio che permette di ottimizzare i processi aziendali. In particolare abbiamo illustrato quali siano i 3 principi del modello Lean:
- Takt Time: il numero che si ottiene dal rapporto fra il tempo disponibile per la realizzazione di un prodotto e la domanda del cliente. Questo principio ci fa capire che la produttività di un sistema viene stabilita dal mercato, non dal sistema produttivo.
- One-Piece-Flow: il principio che chiarisce che per aumentare la produttività si debba produrre un pezzo alla volta. Anche in questo caso, capiamo come il sistema produttivo debba regolare i propri ritmi di produzione in relazione a quelli della domanda.
- Produzione tirata (Pull System): nel ciclo produttivo, ogni fase è un fornitore per quella che la segue e un cliente per quella che la precede. In questo modo, permettiamo al sistema di produrre, in ogni fase, solo quello che ha già consumato in quella precedente.
Oltre a questi tre principi, la Lean ne propone un altro che, al contrario degli altri, possiamo definire controintuitivo. Servirà dunque uno sforzo di logica maggiore per comprendere cosa sia e perché sia una scelta vincente puntare sulla produzione livellata, ciò che in giappone chiamano heijunka.
Heijunka: significato e interpretazione della parola
Prima di iniziare la trattazione, cerchiamo di capire cosa significhi in giapponese questa parola, che noi traduciamo come ‘produzione livellata’. Letteralmente, Heijunka significa livellamento e rappresenta, secondo le teorie kaizen, un metodo che permette di ottimizzare il sistema attraverso una distribuzione equilibrata dei carichi di lavoro.
La logica della produzione livellata
Il principio della Heijunka mira a polverizzare i lotti, anche lì dove ci sia la possibilità di aggregarli. Il fine della produzione livellata è quello di mantenere costanti nel tempo il volume e il mix produttivo.
Come anticipato, si tratta di un ragionamento controintuitivo in quanto richiede al sistema di riconfigurarsi più volte di quelle necessarie e di ridurre le quantità di prodotti nonostante questi siano già richiesti dal mercato.
Cerchiamo allora di capire in che modo la Heijunka possa favorire, in una prospettiva più ampia, l’aumento della produttività.
Per quale motivo si devono polverizzare i lotti da produrre pur sapendo che sono richiesti dai clienti? Perché dovrei richiedere al sistema produttivo di riconfigurarsi più volte di quelle necessarie per passare dalla realizzazione di un prodotto a quella di un altro?
Come funziona la produzione livellata
Nell’immagine che segue, vengono rappresentate due diverse modalità di produzione: la prima tradizionale, la seconda organizzata secondo l’approccio heijunka: in entrambi i casi, occorre produrre, ogni giorno, 350 unità di prodotto di tre diverse tipologie: A, B, e C.
Nel secondo modello, in basso, proprio della produzione livellata, ogni giorno vengono realizzate tutte e tre le tipologie di prodotto e si segue quotidianamente lo stesso schema produttivo.
A che scopo dovremmo optare per un sistema che ci costringe a configurare tre volte al giorno il setup produttivo?
È evidente che il sistema heijunka richiede di organizzare la produzione di ogni codice (il prodotto) in piccoli lotti giornalieri. Dobbiamo ora indagare perché e in che modo questo approccio consenta di ottimizzare il sistema produttivo.
Produzione livellata: vantaggi e benefici
Modellare la produzione in volumi e mix apporta molteplici vantaggi e in tutti i fattori del sistema produttivo: macchinari, materiali e risorse umane:
Gestione dei tempi di produzione: i prodotti hanno cicli di lavoro di durata differente. Per tale ragione, pianificare la produzione in modo da produrre ogni giorno una sola tipologia di prodotto (come nel primo esempio dell’immagine) significa andare incontro a problemi di natura organizzativa (variabilità dei carichi di lavoro complessivi).
Capacità macchina: in un sistema non livellato, occorre disporre di una capacità macchina superiore a quella mediamente richiesta in quanto prodotti diversi possono richiedere l’utilizzo di macchinari differenti per la loro realizzazione.
Materiali: nel sistema livellato, è possibile gestire equamente nel corso di ogni giorno la quantità di materia prima e di componenti necessari alla produzione in tutto il suo ciclo produttivo. Ciò rende più semplici e standard le operazioni di acquisto, stoccaggio, deposito e gestione della merce in entrata e tra le fasi del processo produttivo.
Risorse umane: la produzione livellata permette a ogni operatore di variare le attività nel corso della giornata.
In conclusione, la heijunka permette di eliminare un elemento di irragionevolezza in azienda, uno dei tre grandi mali della produzione industriale. Ci riferiamo al fatto che i sistemi non livellati devono inevitabilmente configurare una forza produttiva superiore a quella realmente richiesta dal sistema produttivo. Il sistema livellato, viceversa, colpisce questa inefficienza strutturale grazie a un approccio basato sulla flessibilità dei macchinari, soprattutto, ma anche delle altre risorse produttive.
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