Jidoka: l’autonomazione delle macchine per abbattere gli sprechi
La parola giapponese Jidoka (自働化) può essere tradotta in italiano come autonomazione (dalla contrazione delle parole “autonomia” e “automazione”) . Questo termine è molto complesso e, soprattutto, fa riferimento a un concetto fondamentale in ottica Lean Production.
Nello specifico, Jidoka è il sistema elaborato all’interno del sistema Toyota negli anni ‘80 dello scorso secolo in riferimento alla gestione dei macchinari. Si tratta di un approccio pensato per ridurre gli sprechi, nel pieno rispetto della filosofia Kaizen.
Jidoka: la gestione dei macchinari
La metodologia Jidoka parte da una premessa estremamente semplice e intuitiva: se un macchinario presenta un malfunzionamento, produce pezzi difettosi o, comunque, non conformi agli standard qualitativi prefissati. Di conseguenza, implementando un sistema efficace di individuazione tempestiva delle anomalie è possibile abbattere in modo significativo gli sprechi, in almeno due modalità:
- Risparmiando tempo, in quanto la produzione viene bloccata subito e riavviata nel modo corretto.
- Evitando di sprecare risorse (materie prime, manodopera).
Sistemi automatici di individuazione dei malfunzionamenti
Il concetto di Jidoka si è evoluto progressivamente nel corso del tempo e oggi deve essere inteso come il costante impegno in ottica di ricerca e sviluppo finalizzato a elaborare sistemi sempre più automatici di individuazione dei malfunzionamenti, con il duplice obiettivo di:
- Ottimizzare e velocizzare il sistema di controllo.
- Ridurre il numero di operatori necessari a svolgere l’attività.
In quest’ottica, il Jidoka permette sia di migliorare le prestazioni in termine di rilevamento delle anomalie e sia di abbattere i costi sostenuti dal sistema produttivo per la gestione di questo importantissimo task: significa creare macchine capaci di accorgersi che stanno producendo non qualità e di fermarsi da sole.
Ma quali sono gli elementi su cui un sistema di produzione dovrebbe intervenire per consentire una efficiente gestione dei guasti e dei malfunzionamenti? Secondo la concezione del Jidoka, occorre intervenire su due aspetti:
- Dotare ogni macchinario di un sistema automatico di segnalazione degli errori.
- Formare gli operatori in modo che siano in grado di interrompere prontamente la produzione e di risolvere la problematica.
Jidoka, miglioramento continuo e automazione
Il concetto di Jidoka può essere compreso appieno solo nell’ambito della filosofia produttiva del Kaizen, ovvero il miglioramento continuo: secondo questa visione, infatti, il sistema deve tendere costantemente verso il miglioramento, che si traduce nel concreto nell’eliminazione degli sprechi.
Il metodo Kaizen sottintende una consapevolezza cruciale, ovvero l’impossibilità di raggiungere la perfezione assoluta. Di conseguenza, durante il ciclo produttivo, è sempre possibile andare incontro a problematiche e, tra di esse, il malfunzionamento dei macchinari.
Uno dei punti di forza del Kaizen sta proprio nella sua pragmaticità e nella consapevolezza che si tratti di un metodo che non ragiona in modo ideale, ma su scenari concreti, predisponendo protocolli operativi per ogni situazione possibile.
Questa logica interessa anche la gestione dei macchinari: assumendo la consapevolezza che i malfunzionamenti siano parte della logica produttiva, diventa necessario sviluppare un sistema capace di risolverli in modo da causare meno danni possibili e di ridurre al minimo lo spreco. La soluzione individuata già cinquant’anni fa nell’ambito del Toyota Production System (TPS) fu quella di interrompere in modo automatico la produzione, non appena venisse rilevato un errore.
Oggi la sfida diventa dunque quella di elaborare sistemi automatizzati in grado di riconoscere il malfunzionamento nel modo più rapido possibile, sviluppando tecnologie capaci di tenere sotto controllo:
- La qualità del prodotto
- Le strumentazioni adottate per la produzione
- La sicurezza del sistema produttivo
- Le materie prime e i semilavorati (prevenendo sia la mancanza di pezzi e sia la sovrapproduzione)
L’aspetto umano nel Jidoka
La costante tendenza ad automatizzare il sistema di controllo e gestione dei malfunzionamenti, al contempo, non deve indurre a pensare che la componente umana non sia rilevante, tutt’altro: la corretta gestione dei malfunzionamenti, infatti, passa dalla formazione di personale specializzato e capace di gestire i diversi step della produzione, compresi quelli di individuazione e di risoluzione della problematica: è grazie all’apporto di tecnici preparati, che conoscono le procedure e sono in possesso del giusto know how tecnico e conoscitivo che il sistema può essere protetto dalle criticità e riavviato correttamente in caso di malfunzionamenti.
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