La sovrapproduzione è un male: vi spieghiamo perché
In uno dei precedenti articoli abbiamo parlato dei 3 grandi mali della produzione, quelli che i giapponesi definiscono Muda, Mura, Muri.
In questa guida, vogliamo approfondire una delle “3M”, focalizzandoci su un concetto che, ancora oggi, continua a generare ambiguità: la sovrapproduzione. Per farlo, però, è bene aprire prima una parentesi per parlare del più rilevante tra i mali della produzione: Muda, gli sprechi.
Muda: gli sprechi
Muda in giapponese significa, appunto, spreco. Nella visione della Lean, lo spreco è tutto ciò che non aggiunge valore al processo produttivo (abbiamo dedicato un articolo al concetto di creazione di valore). Vanno considerati “spreco” le attività inutili, i processi che rallentano il sistema di produzione, azioni, abitudini ed errori che causano rallentamenti o prodotti difettosi e che devono essere reintrodotti nella catena produttiva.
Spreco è anche la sovrapproduzione, ovvero la produzione di più unità di prodotto rispetto a quelle richieste del mercato. Ciò nonostante, sopravvive ed è ancora forte la visione secondo cui la sovrapproduzione sia da intendere come una risorsa, in quanto è vista come un fattore di sicurezza che protegge dal rischio di non adempiere per tempo alle richieste del cliente. Questa prospettiva, però, non tiene conto delle criticità e degli ostacoli posti in essere dalla produzione in eccesso. In particolare:
- La sovrapproduzione costa perché richiede di essere gestita (spazi di magazzino, attrezzatura e personale per la movimentazione, immobilizzi finanziari, ecc.).
- La sovrapproduzione nasconde gli altri sprechi (la sovrapproduzione a valle di una fase del processo produttivo consente di proseguire nelle attività produttive anche in caso di guasto di una macchina; in questo modo, però, ci si dimentica che il guasto ha impedito di utilizzare il macchinario e, dunque, ha generato uno spreco legato alla perdita di processo. Si decide di produrre lotti più grandi di quelli richiesti dal cliente – quindi facendo sovrapproduzione – perché l’azienda presenta setup più lunghi).
- La sovrapproduzione rassicura chi gestisce le attività produttive (ma questo atteggiamento è in realtà funzionalmente sbagliato).
Viceversa, il modello Lean, che promuove un approccio smart e snello alla produzione, classifica la sovrapproduzione come uno dei grandi mali e, in quanto tale, un disvalore da estirpare.
La sovrapproduzione e lo standard produttivo
Nell’articolo “Kaizen: guida al Miglioramento continuo dei processi” ci siamo soffermati sul principio di standard, riprendendo una frase del teorico del modello Lean Taiichi Ohno, il quale spiegò come “Dove non c’è standard non ci può essere miglioramento”. Abbiamo poi chiarito come con “standard” si intenda “il miglior metodo ad oggi conosciuto e condiviso per produrre”.
Lo standard, in un sistema di produzione, è il protocollo, il metodo che permette di uniformare la produzione, includendo tutti gli aspetti che partecipano ad essa: i ritmi di produzione, il setup dei macchinari, la gestione delle materie prime e componenti che vengono acquistate per essere trasformate, le attività della forza lavoro, ecc.
La sovrapproduzione non permette di configurare uno standard di efficienza che tenda verso l’ottimizzazione, ma, anzi, ne ostacola il raggiungimento, causando una variazione dei cicli di lavoro e uno scostamento dal modello produttivo predefinito. La produzione in eccesso contravviene ai principi della visione Lean, impedendo di fatto il miglioramento aziendale.
Ma non è tutto.
Sovrapproduzione e gestione delle scorte
La tendenza di talune realtà produttive a incentivare la creazione di scorte interoperazionali, tipica dell’approccio tradizionale (e in contrapposizione con quello della Lean), si spiega con la paura dell’incertezza: realizzando scorte, infatti, il sistema produttivo si mette al sicuro da eventuali rischi di sottoproduzione, causati da imprevisti di qualunque tipo.
In questo modo, però, l’impresa si ritrova a gestire i prodotti realizzati in surplus rispetto alla domanda: un’attività che causa aumento di lavoro e crescita dei costi.
In poche parole, la sovrapproduzione è nemica del sistema produttivo snello: ecco perché deve essere ritenuta un male per la produzione.
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