Servant leadership: un nuovo modo di intendere la figura del leader
Nella percezione comune, siamo abituati a pensare al leader come a una figura autorevole, che svolge un ruolo decisionale e gestionale. Il capo fa le scelte per il proprio team, organizza i processi e le risorse, imprime una direzione al proprio team.
Quella appena esposta corrisponde però a una visione stereotipata del ruolo del comandante, una visione, a ben vedere, che non permette davvero di trarre il meglio da un team di lavoro. Chiediamoci, prima di tutto, quale sia l’obiettivo principale di un leader. La risposta è: liberare le energie e potenzialità delle persone che lavorano in azienda.
E qual è il percorso migliore per riuscirci? Quello che mira alla crescita dell’organizzazione nel suo complesso: agire da soli è certamente più semplice, ma generare un percorso positivo per l’intera struttura produttiva, sebbene più complicato, è notevolmente più profittevole.
Questa visione è alla base della servant leadership, l’argomento di questa guida.
Servant leadership: che cos’è
Partiamo da un assunto fondamentale: in tema di metodo Kaizen e approccio Lean ai processi aziendali, negli articoli del nostro blog insistiamo da sempre su un tema in particolare, quello della caccia agli sprechi, un passaggio imprescindibile per generare un processo virtuoso di miglioramento continuo.
Quando si parla di gestione delle risorse umane, un’azienda può porre in essere un solo tipo di spreco: le energie, le potenzialità e le competenze non utilizzate in azienda. Non sfruttare appieno le risorse possedute dai collaboratori significa procurare un danno sia all’organizzazione nel suo complesso e sia ai singoli individui.
Ecco allora che iniziamo a delineare i principi cardine che danno struttura al concetto di servant leadership: il servant leader, seguendo questo approccio, è colui che si dimostra in grado di creare un contesto dove tutte queste energie e potenzialità possano trovare espressione ed essere incanalate verso il bene comune dell’organizzazione, rappresentato dalla ricerca dell’eccellenza.
I principi della Servant & Positive Leadership
Come suggerisce il nome stesso, l’approccio della Servant & Positive Leadership propone un nuovo approccio all’idea stessa di leadership: in quest’ottica, il capo non è (più) colui che prende decisioni per il gruppo e che impartisce ordini rigidi, ma colui che svolge un ruolo di guida al servizio del gruppo.
In una visione etica e umanizzante della figura del capo, il servant leader pone le condizioni perché tutte le persone coinvolte nel processo produttivo possano liberare il proprio potenziale, crescere insieme all’organizzazione, apprendere facendo, prendere parte al processo decisionale. Nel concreto, la Servant & Positive Leadership permette a un’organizzazione di trasformarsi in una learning organization – un’organizzazione in grado di apprendere e, di conseguenza, di crescere come unica entità, che è più della semplice somma delle sue parti.
La learning organization
Il tema della learning organization è stato introdotto da Peter Senge, docente della MIT che nella sua opera del 1991 “The Fifth Discipline” elaborò una prima definizione di questo concetto. Per il professore, la learning organization è un luogo dove “le persone espandono continuamente la propria capacità di creare i risultati che vogliono davvero, dove si alimentano nuove ed estese modalità di pensiero, dove si affrancano le aspirazioni collettive e si impara ad imparare insieme”.
In questa postulazione troviamo tutti gli elementi fondamentali della Servant Leadership: si parla di “persone” e non di “risorse umane”, mostrando una visione etica e umana di questo modello di gestione delle individualità, incentrato sul riconoscimento del valore umano e delle diversità tra individui.
Si parla di espandere le capacità, ovvero, come abbiamo anticipato all’inizio di questa guida, della possibilità di sviluppare le competenze e le potenzialità inespresse dalle singole persone.
Viene introdotto il tema dei risultati voluti, secondo una scelta terminologica non casuale: non “imposti” o “indicati” o “stabiliti”, bensì voluti, cioè frutto di una scelta condivisa e che coinvolge allo stesso modo e con lo stesso livello di consapevolezza l’intero team o tutta l’organizzazione nel suo complesso.
Il servant leader, dunque, è il leader capace di interpretare il proprio ruolo come un esempio, una guida, un consigliere, un motivatore, colui che pone l’interesse verso i risultati e quello per le persone allo stesso livello, consapevole che non possa esistere l’uno senza le altre.
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