Stili di leadership: la classificazione di Blake e Mouton
Alcune settimane fa abbiamo parlato di leadership positiva, completando un discorso avviato in precedenza con l’articolo “Servant leadership: un nuovo modo di intendere la figura del leader”: in questo modo, abbiamo parlato di due concetti fondamentali per sviluppare una trattazione specifica sul tema della Positive & Servant Leadership, il modello di comando che, secondo l’approccio Lean, rappresenta il paradigma vincente per un leader che desidera approcciarsi al proprio team di lavoro in maniera efficace e costruttiva.
In questo nuovo contributo parliamo dei diversi stili di leadership esistenti, prendendo a riferimento le teorie di Blake e Mouton: la letteratura sulla leadership presenta infatti una molteplicità di modelli e classificazioni degli stili di direzione; tra i più noti, il modello della Griglia Manageriale di Robert Blake e Jane Mouton propone una categorizzazione basata su due dimensioni principali: l’orientamento al compito e l’orientamento alle relazioni.
Il modello della Griglia Manageriale di Blake e Mouton
Come appena anticipato, il modello proposto dai due teorici statunitensi sugli stili di leadership prende a riferimento due parametri: orientamento al compito (e al risultato) e orientamento alle relazioni (alla persona). Nello specifico:
- Leader orientato al compito: Un leader che eccelle nell’innovazione e nella pianificazione, capace di trasformare le idee in azioni concrete. È un eccellente problem solver, in grado di motivare e di guidare il team verso gli obiettivi.
- Leader orientato alle relazioni: Un mediatore naturale, sempre pronto a supportare e a incoraggiare i suoi collaboratori. La sua imparzialità e la sua capacità di ascoltare sono fondamentali per creare un ambiente di lavoro coeso e produttivo.
In base a questa visione, il modello dei due studiosi ha identificato 4 stili di leadership:
- 1. Leader con bassa predisposizione al compito ed alle relazioni: è il non-leader, disattento sia alle attività e al conseguimento dei risultati e sia ai bisogni delle persone.
- 2. Leader con elevata attenzione al compito/risultato e bassa attenzione alle relazioni/persone: è il leader con stile autoritario, si preoccupa di conseguire i risultati anche a discapito dell’attenzione alle persone: è convinto che non ci si possa preoccupare di raggiungere delle adeguate performance tenendo conto, al tempo stesso, dei bisogni degli individui.
- 3. Leader con scarso interesse per il risultato ed elevato interesse per le persone: questo leader ha uno stile partecipativo ed è interessato soprattutto ai bisogni dei suoi collaboratori: non presta tuttavia un sufficiente interesse ai risultati ed è quindi poco realista.
- 4. Leader con elevata attenzione sia ai risultati che alle persone: è il leader ideale, che si preoccupa dei risultati, ma è ugualmente e contemporaneamente attento a mantenere alta la motivazione dei propri collaboratori.
La leadership situazionale
Sarebbe un errore considerare questi quattro stili di vita come alternativi fra loro. Occorre più che altro comprendere come l’efficacia di uno stile di leadership dipenda dalla sua aderenza al contesto.
Potremmo definire questo concetto come leadership situazionale: ogni approccio può essere utile, ma solo se applicato nel momento e nel luogo giusti. Naturalmente, questa affermazione non si applica al ‘non-leader’, figura caratterizzata da una totale assenza di leadership.
La coerenza tra i diversi stili di leadership si ritrova nel concetto di Servant & Positive leadership. Questi due approcci, considerabili un meta-modello, racchiudono tutti gli altri stili. Essere un servant & positive leader non significa scegliere uno stile specifico, ma avere chiara la propria funzione all’interno dell’organizzazione e l’essenza stessa della leadership: lo stile è solo uno strumento, non il fondamento della leadership stessa.
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