Trystorming nei processi produttivi: l’importanza di testare
In questa rubrica parleremo di un argomento poco noto e discusso, prova ne sia la carente disponibilità di informazioni in merito: il trystorming. Il termine nasce dalla crasi dei termini try – in inglese provare – e brainstorming – che, come noto, consiste nell’incontro e nel confronto, in una sorta di dibattito, fra più soggetti, coinvolti nella ricerca di idee e soluzioni in merito a un determinato progetto o problema. Di cosa stiamo parlando nello specifico? Che cos’è il trystorming e quali sono le sue funzioni in relazione al metodo Lean e ai processi produttivi? Procediamo con ordine.
Trystorming: che cos’è e a cosa serve
Il trystorming è una tecnica che permette di ottenere una prototipazione rapida di un modello e di testare concretamente le idee sviluppate durante la fase brainstorming. Il trystorming, in pratica, unisce i principi del brainstorming con quelli della prototipazione rapida, rendendo immediato ed efficace il processo di verifica dell’efficacia delle idee.
Lo step precedente al trystorming: il brainstorming
Possiamo anche definire il trystorming come la fase di messa in prova delle idee poste in essere durante il brainstorming. È quindi utile soffermarsi prima su quest’ultimo approccio. Il brainstorming richiede creatività, capacità di confronto e dialogo. In questa fase le idee vengono sottoposte al gruppo in diverse modalità: oralmente, tramite rappresentazioni visuali o descrizioni. Parliamo di un momento, cosiddetto, divergente, in cui le idee percorrono un flusso ininterrotto e non sono sottoposte, almeno inizialmente, ad alcun filtro: ogni idea è utile a stimolare il processo creativo.
Solo nello step successivo, quello di convergenza, le idee vengono selezionate, accorpate, riviste, modificate nelle parti che presentano delle criticità. La moltitudine di proposte viene così ridotta ai soli spunti che dimostrano di resistere alla riprova della razionalità.
Trovare, sviluppare e combinare le idee: i principi del trystorming
Se restassimo nell’ambito delle idee, dei progetti su carta, della potenza, ci fermeremmo al brainstorming, ma sarebbe inutile strutturare un sistema creativo volto a ideare soluzioni, se queste ultime non venissero effettivamente adottate. Ed è qui, nel delicatissimo passaggio che permette a un’idea di concretizzarsi, che il trystorming si rivela una risorsa poderosa, uno strumento, prima che un metodo, per conseguire un risultato.
Il primo approdo è logico, quasi scontato: per verificare che una soluzione sia efficace, è necessario testare, metterla alla prova, misurarla. Con il trystorming, cambiano le priorità e le metodologie messe in atto: l’azione sostituisce l’analisi, la teoria lascia il posto alla pratica, allo studio sul campo. A questo punto l’idea viene implementata e si attua il processo di test vero e proprio, in cui la soluzione – scelta in fase di progettazione e ora implementata – può portare a due esiti: si rivela quella giusta oppure vengono individuate delle criticità che costringono a nuove valutazioni.
Trystorming: lo strumento fondamentale del miglioramento continuo
Tornare a studiare nuove soluzioni in seguito a un fallimento, contrariamente a quanto si potrebbe intuitivamente immaginare, non è qualcosa di negativo, tutt’altro. È proprio attraverso i fallimenti – e conseguentemente mediante nuovi tentativi – che ci si avvicina alla risoluzione ottimale di un problema. Ogni fallimento accorcia la strada che conduce all’individuazione della soluzione ideale.
Ciò però non significa che ogni soluzione scartata costringa a tornare al punto di partenza: spesso, la soluzione migliore è già stata inserita (durante il brainstorming) nella rosa delle opzioni da testare, in altri casi è necessario mixare le diverse possibilità individuate, strutturando nuove idee che nascono dall’ibridazione di quelle già sviluppate o dalla cancellazione delle criticità emerse.
È a questo punto che il metodo Kaizen si rivela nella sua straordinarietà di risolutezza ed efficacia: nessuna soluzione si dà una volta per tutte, ma impone continue messe in discussione, step fondamentali per andare incontro all’ottimizzazione, al perfezionamento, all’innalzamento delle performance, alla eliminazione di sprechi e inefficienze. Questa è la base teoretica della Lean, la bussola che permette di andare verso il miglioramento continuo dei processi, verso la produzione snella.
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